sabato 17 novembre 2012

Fango

Edvard Munch L'urlo


L'uomo, camminava per la sua strada, i sentimenti che provava erano sempre buoni. Il suo lavoro era importante, venditore di speranze. Vestiva sempre con l'abito giusto, adatto ad ogni circostanza, il suo cappello era perfetto, il colore della sua camicia sempre abbinato al colore delle sue sensazioni.

Il venditore di speranze, era circondato dalla natura: i prati, gli alberi attorno lui colorati di un verde forte, brillante, bello e maestoso. In ogni istante, egli si stupiva e ringraziava i suoi occhi per quello spettacolo circostante. Pensava ai colori e a come tutte le lunghezze d'onda, venissero assorbite dalla clorofilla tranne il verde, ma questo colore, unico captato dall'occhio umano, è già di per sé, uno spettacolo sufficiente.
Si fermò ad ascoltare il vento. Era un maestro invisibile e silenzioso, ma a lui piaceva ascoltarlo mentre attraversava gli oggetti, lambiva una roccia o passava tra gli alberi; sentirne l'alta tonalità dell' ululato quando si incanalava tra le pareti rocciose di una gola o quando,  sfiorando le punte degli alberi diminuiva le sue frequenze di risonanza fino al fruscio.